10 domande a: Agnese Morganti
Le abbiamo chiesto quale sia il suo motto e ci ha risposto: “It's never too late to become a rockstar”.
Agnese Morganti è stata una delle fotografe con cui abbiamo sempre desiderato lavorare e l’occasione è arrivata per il progetto di Inherba. Complice un autunno dolce con la luce perfetta, abbiamo scattato tutta la collezione di prodotti beauty in una location davvero suggestiva.
La conosciamo meglio con dieci domande che raccontano il suo punto di vista sulla fotografia (e non solo).
3. Ci sono delle immagini, fotografie o quadri che hanno avuto un grande impatto su di te?
Sono cresciuta professionalmente con il foto-giornalismo americano ma anche con il movimento della fotografia spontanea e delle toy cameras, ma in realtà non sono consapevolmente legata a niente. Anzi, tengo molto alla curiosità continua e alla voglia di scoprire sempre altre cose. Ogni giorno guardo tantissime immagini, dalle pubblicità degli anni '80 alle foto dei grandi fotografi Magnum al lavoro di chi fotografa le boyband e tutto questo ha un impatto continuo su di me. Ma le mie influenze le dimentico sempre, le metto in un cassetto della memoria e lascio che sia l'inconscio a ripescarle quando mi servono.
4. C’è un progetto al quale sei particolarmente legata?
Quello che farò domani! Tutte le mie energie, gli affetti più grandi, e le mie emozioni sono proiettati tipo raggio laser sulle cose che non ho ancora fatto e che vorrei fare. Più o meno ogni giorno mi sveglio chiedendomi "chissà se questa cosa esiste? e se sì, come faccio a fotografarla?".
5. Quanto contano per te l’improvvisazione e lo studio dell’immagine?
L'improvvisazione è fondamentale perché consente di cogliere la freschezza e la sorpresa che donano a un'immagine una sua vita propria. Ma le immagini a volte sono pigre e vanno anche un po' incoraggiate a succedere. Piuttosto che nella foto come esecuzione di una ricetta esatta credo sia importante creare il contesto creativo fortunato che permetta di ottenere spontaneamente le foto che si desiderano. Le foto si fanno al 90% molto molto prima di premere il pulsante di scatto e tutte le scelte che facciamo per arrivare a quel momento concorrono alla creazione dell'immagine, dalla scelta della location a quello che mangiamo con il team alla musica che ascolto mentre guido. Le foto migliori accadono senza fatica quando tutte queste cose sono magicamente al loro posto.
6. Qual è stata o è la tua più grande sfida a livello professionale?
Imparare a riconoscere le occasioni di crescita dai progetti dove non sono rispettata e, conseguentemente, declinare o interrompere rapporti di collaborazione dove per me non c'è valore, anche se a prima vista potrebbe non sembrare così. Affermare ogni giorno che il mio lavoro ha un valore sia economico che umano, ma anche un impatto sulla mia vita. Che il tempo non è infinito ed è la vera ricchezza, e come tale io devo difenderlo
7. Se non fossi diventata fotografa, in quale settore avresti lavorato?
Se non fossi diventata fotografa avrei probabilmente fatto la rockstar (e come dicevamo, non è mai troppo tardi).
8. Qual era il tuo gioco preferito da piccola?
Da piccola mi piaceva organizzare spettacoli per i miei familiari, ovviamente sempre felicissimi di assistere alle mie opere teatrali.
9. Qual è l’ultimo posto in cui vorresti andare nel mondo?
Non ci voglio pensare perché sarebbe molto triste se fosse l'ultimo, io voglio sempre andare dappertutto.
10. Credi nella magia?
L'ho vista e fotografata parecchie volte quindi non ho alcun dubbio sulla sua esistenza.